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Italia tra i primi paesi in Europa per la carta riciclata

La crescente sensibilità nei confronti dei temi ambientali si traduce in un maggior impegno a tutela dell’ambiente: e il nostro paese, per quanto riguarda la carta riciclata, è tra i leader in Europa.

Al terzo posto in Europa per la carta riciclata

Anche nel nostro paese, sono sempre di più le persone che hanno a cuore la tematica ambientale e si impegnano per cercare di contrastare le conseguenze negative derivanti dallo sfruttamento del pianeta e da una produzione irrazionale di rifiuti: sin dall’acquisto dei secchi e bidoni per la spazzatura differenziata fino all’adozione di comportamenti virtuosi negli acquisti, non mancano gli esempi interessanti di impegno a favore dell’ecosistema.

Proprio a questo proposito, quindi, non deve stupire il fatto che l’Italia – nel contesto europeo – figuri al terzo posto per quanto riguarda il riciclo della carta, un risultato degno di nota ottenuto grazie ad una sinergia importante in questo ambito, che vede coinvolti comuni, impianti di recupero della materia prima e filiera cartaria. Un approccio più sostenibile in un comparto economico come questo, del resto, si traduce pure in un’economia più efficiente, grazie al fatto che le risorse vengono usate in modo più efficiente e, ancora, perché dei cicli produttivi più ecologici permettono di ridurre le spese derivanti dall’inquinamento dell’ambiente, migliorando inoltre la qualità di vita nelle nostre città.

Un modello economico virtuoso di questo tipo permette di creare una sorta di economia circolare della carta, dove una certa quantità di cellulosa si può continuamente rigenerare, evitando di promuovere fenomeni negativi quali la deforestazione per la produzione della carta. In effetti, nel corso del 2018, il nostro paese è stato in grado di recuperare 56 kg di carta e cartone per persone, una quantità in crescita del 4 percento in rapporto al 2017 e che sembra segnare un trend fatto di sostenibilità per il futuro del comparto della carta.

L’importanza di recuperare le materie prime per l’ambiente

Per prima cosa, non si può mai dimenticare di sottolineare quanto sia importante usare in modo parsimonioso le risorse che l’ambiente ci mette a disposizione: puntare su un consumo miope, continuando a deforestare e ad accumulare d’altra parte rifiuti, significa compromettere l’ecosistema e provocare direttamente – o indirettamente –anche dei cambiamenti climatici. Con la carta riciclata, il nostro paese è riuscito a raggiungere l’obiettivo del 55 percento di circolarità della carta – che nel comparto degli imballaggi giunge fino all’80 percento, un valore significativo – riducendo in modo importante l’impatto ambientale di questo settore industriale.

Tuttavia, pure nell’ambito della produzione di carta riciclata si producono dei rifiuti, come per esempio, gli scarti di lavorazione della cellulosa riciclata: gli stessi, quindi, devono essere usati in maniera razionale, ad esempio tramite la termovalorizzazione, in modo tale da produrre energia pulita utile alla trasformazione della materia prima. In effetti, nel nostro paese, a fronte di 5,5 milioni di tonnellate di carta riciclata si producono circa 300’000 tonnellate di scarti, una quantità comunque rilevante di rifiuti, che merita di essere usata ad esempio per cercare di ridurre la dipendenza dall’uso di energie fossili per la gestione dei processi produttivi della carta.

Cifre e fatti che riguardano il riciclo della carta in Italia

In Italia, quindi, nel corso del 2018 siamo riusciti a raccogliere la bellezza di 3,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, una quantità che è in crescita del 4 percento (+ 127’000 tonnellate) nel confronto con il 2017, e che ha visto soprattutto il sud e il nord fungere da traino per il raggiungimento di questo importante traguardo a favore dell’ambiente e di tutti noi. Nel complesso, il nostro paese conta circa 600 impianti atti al recupero ed al riciclo della carta e del cartone che sono stati oggetto di raccolta differenziata da parte dei comuni e degli attori economici di tutti i settori.

Autore dell'articolo: Andrea Minolli