Allevamento biologico di polli: perché sceglierne uno e come fare?

Il tema della sostenibilità è diventato assolutamente fondamentale nell’agenda politica di numerosi partiti e nel discorso sociale che si osserva in più territori: sono ormai lontani i tempi in cui Greta Thumberg veniva schernita per le sue operazioni mediatiche, dal momento che – al giorno d’oggi – la creazione di un qualcosa di green appare quasi un presupposto immancabile nell’ambito delle proprie attività commerciali. Tutto può essere potenzialmente sostenibile poiché ogni cosa contribuisce, in maniera più o meno intensa, alla generazione di sostanze nocive, emissioni violente o scarti che sono dannosi per il pianeta Terra e per le sue specie viventi. Di sicuro, una delle realtà che si chiamano in causa è e può essere quella dei pollai e degli allevamenti di galline, che possono essere resi biologici e sostenibili, con dei vantaggi che si osserverebbero su tutta la linea: ma perché optare per una soluzione di questo genere e come fare?

Perché creare un allevamento biologico è fondamentale

Prima di indicare, in maniera specifica, quali possono essere i passaggi per realizzare un allevamento biologico di polli, galline o altri animali di questo genere, è importante tentare di comprendere innanzitutto perché spendere gran parte delle proprie risorse per la creazione di una tipologia di allevamento che, inevitabilmente, presenta dei costi molto più elevati rispetto ad una controparte tradizionale e standard. Non bisogna prendersi in giro: dai mangimi BIO fino alle condizioni più “umane” per la crescita e l’allevamento di polli in maniera ecosostenibile, tutto prevederà dei costi che sono molto difficili da sostenere e che, per questo motivo, in tanti cercano di evitare; perché procedere in questo senso? Appare abbastanza scontato parlare di motivi etici, che devono essere il motore di un cambiamento che avvenga anche mentalmente, nell’ambito della nostra contemporaneità, prima di trasformarsi effettivamente in qualcosa che si osserva nel prodotto di cui ci cibiamo.

Esistono, però, anche dei motivi puramente commerciali, che riguardano la consapevolezza del consumatore e il suo fabbisogno dal punto di vista della scelta e dell’acquisto di pollame: negli ultimi anni, sempre più persone prediligono il prodotto a chilometro zero, allevato con una concreta cura dell’animale e finalizzato non soltanto ad un rispetto maggiore del pianeta terra, ma anche ad un aumento della qualità del prodotto venduto. La risultante è, effettivamente, questa: creare un allevamento biologico vuol dire far sì che gli animali vivono in condizioni migliori, evitando di soffrire fino all’inevitabile morte; ciò genera un prodotto più tenero e gustoso, oltre che più etico e in grado di venire incontro alle esigenze del potenziale cliente.

Come creare un allevamento BIO di polli

Si viene adesso al fatto concreto che si chiamava in causa precedentemente: come creare un allevamento biologico di polli? Tutto dovrà essere riqualificato in ambito ecosostenibile, a partire dalla scelta del terreno fino ad uno dei tantissimi accessori per pollaio che dovranno essere scelti. Uno degli aspetti più interessanti e della cura ecosostenibile del proprio lavoro è relativo ai soggetti lavoratori: allontanandosi dalla formula delle multinazionali e delle grandi aziende, ritornare alla conduzione familiare e al piccolo nucleo che si occupa della gestione di pochi animali è sicuramente la chiave del successo. I polli dovranno essere allevati direttamente con la possibilità di venire a contatto con il terreno, laddove spesso si tende a prediligere gabbie e allevamenti intensivi che ammassano galline in maniera spaventosamente preoccupante. La stessa scelta del cibo sarà un fattore da non sottovalutare in alcun modo: ciò di cui i polli si cibano è, effettivamente, ciò che determinerà la loro crescita e la qualità delle loro carni, per cui investire su mangime di qualità assicura un successo del proprio allevamento biologico, al riparo da sostanze chimiche che garantirebbero una crescita sì veloce, ma artificiale e poco qualitativa, oltre che per nulla etica.

Autore dell'articolo: Andrea Minolli